Il fondo della Bealera de’ Prati conservato presso l’archivio storico del Comune di Alpignano, comprende anche 2 volumi dell’Unione Bealere derivate dalla Dora Riparia sul Riconoscimento degli antichi diritti e rilascio della concessione di derivazione dalla Dora Riparia agli Enti e ai Consorzi aderenti del 22 aprile 1999.
Riparia alle derivazioni della bassa Dora; i relativi studi idrologici, idrografici, geologici; tutti i consorzi e gli enti interessati; riportano anche tutti i documenti a partire dalle Regie Patenti dell’11 ottobre 1821 (con le quali il re Carlo Felice dispone provvedimenti su derivazioni dalla Dora Riparia) fino al 1993.
La valle di Susa si estende per 1262 chilometri quadrati e sbocca nella pianura torinese circa a 300 metri di altitudine attraverso le colline moreniche cha vanno da Avigliana a Trana, Rivoli, Collegno, Pianezza, San Gillio e Alpignano. Tutto a inizio con il ghiacciaio della valle di Susa in lenta e continua regressione. La valle è solcata dalla Dora Riparia che sfocia nel Po verso Corso Casale-Sassi. Le sorgenti si trovano a Calvière nel Monte Gimont e a valle di Cesana Torinese riceve le acque del torrente Ripa, quindi assume il nome di Riparia. La Dora di Bardonecchia sfocia anch’essa nella Riparia a Oulx, dopo aver raccolto il torrente Rochemolles con i deflussi dei ghiacciai Vallonetto, Galabra e Forneux e anche la Scolette. A Salbertrand le acque di altri tre monti, passa in Exilles poi Gravere. Dopo 20 chilometri entra in Susa e si immette nel torrente Cenischia, che è alimentato da altri torrenti: Lamet, Gioglio, Madel, Claretto, Marderella, Crenacuore, Crosiglione. Più a valle la Dora Riparia riceve ancora il Rocciamelone e alcuni rii e ruscelli minori, fino al Gravio. Altri rii sono affluenti di destra verso Orsiera-Rocciavrè. A Sant’Ambrogio si trova lo spartiacque tra la valle della Dora e quella del Sangone.
Sono due volumi molto preziosi perché riportano inquadramento storico dai ghiacciai alla Dora Le bealere, vale a dire, le derivazioni a valle sono 16: Rivoli, Caselette, Avigliana, Grugliasco, Becchia/Alpignano, Orbassano, Pianezza, Collegno, Barolo, Putea, Cossola, Lucento 1 e 2, Martinetto.
Foto 586 fino a 589
Tornando ai richiami storici…come detto la regolamentazione inizia nel XVI secolo e qualche cenno è precedente. Nel 1576 il Duca Emanuele Filiberto diffida chiunque a diminuire l’acqua della Dora che arriva in città e disposizioni simili sono ricorrenti nei secoli successivi. Le derivazioni, quindi le bealere, sono soggette a stringenti regolamenti per il loro utilizzo, almeno fino al Riparto Pernigotti nel 1839, quando l’ing. Pernigotti, del Genio Civile, ebbe incarico di misurare la portata della Dora lungo il suo corso e verificare le derivazioni. Ne rilevò 38. Ebbe quindi un altro incarico per predisporre un progetto di riparto delle utenze tra Sant’Antonino di Susa e il Martinetto; le utenze a monte del primo (bealera di Sant’Antonino) e a valle del secondo (canale di Meana e del Regio Parco) erano escluse.
L’elaborazione del Riparto fu votata nel 1848 al Congresso Permanente di acque e strade. Le 16 bealere ebbero competenza massima.
Nel 1895, il 10 dicembre, viene costituita l’Unione Bealere derivate dalla Dora Riparia, una libera associazione tra Consorzi irrigui aderenti.